
Penny Market, incontro in plenaria con la direzione aziendale in seguito alla proclamazione dello stato di agitazione dei 3.500 dipendenti. Ancora inascoltate le istanze su salute e sicurezza, improprio utilizzo delle clausole elastiche e flessibili, servizi di pulizia in capo a personale con altre qualifiche
Carofratello: «Interlocutori aziendali senza alcun rispetto delle buone relazioni sindacali. Necessario continuare il percorso avviato con la dichiarazione dello stato di agitazione, iniziando una fase di rivendicazioni sindacali e legali sia sul piano individuale che collettivo e portando avanti iniziative di astensione dall’attività lavorativa a carattere territoriale»
Roma, 29 luglio 2022 – Si è svolto in modalità videoconferenza e in plenaria l’incontro tra i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs e la direzione di Penny Market, catena del segmento discount della GDO presente sul territorio nazionale con 400 punti vendita e 7 centri di distribuzione logistica.
L’incontro ha fatto seguito alla proclamazione dello stato di agitazione dello scorso 11 luglio, in cui le organizzazioni sindacali avevano denunciato l’insufficienza delle relazioni sindacali e criticità su salute e sicurezza, stress lavoro-correlato, carichi di lavoro, turni e orari di lavoro, improprio utilizzo di clausole elastiche e flessibili nonché dei permessi retribuiti, turnazione e pause, pulizie di negozi, servizi e parcheggi in capo al personale con altre qualifiche, esternalizzazioni.
Temi che i sindacati avevano definito urgenti e non più rinviabili, ma rispetto ai quali la direzione di Penny Market non ha fornito le risposte attese. A rimanere inascoltate sono state, in particolare, le istanze sul fronte della salute e della sicurezza, quelle in merito alla mancata corresponsione dell’indennità delle clausole elastiche e flessibili e quelle legate ai servizi di pulizia, effettuati ancora oggi da personale della catena con altre qualifiche. Ad aggravare la situazione è poi lo stato economico in cui versa l’impresa, con vendite e ricavi ormai nettamente in calo rispetto ai mesi precedenti.
«Ci ritroviamo ancora una volta di fronte a interlocutori aziendali che non hanno assolutamente rispetto delle buone relazioni sindacali, che disattendono gli affidamenti dati sulle probabili risoluzioni dei problemi e che non pagano alle lavoratrici e ai lavoratori quanto previsto dal CCNL» ha dichiarato il funzionario della Fisascat Cisl Salvo Carofratello.
«Crediamo – ha aggiunto il sindacalista – che sia necessario continuare il percorso avviato con la dichiarazione dello stato di agitazione, iniziando una fase di rivendicazioni sindacali e legali sia sul piano individuale che collettivo e portando avanti iniziative di astensione dall’attività lavorativa a carattere territoriale».